Prendiamoci cura: un riassunto degli incontri 2023
L’introduzione è sempre della nostra preparatissima assessora alla cultura e al turismo, Giulia Dezza. Il termine cura viene da cor, cordis, ha a che fare col cuore, a partire dal capitolo 18 della Genesi quando Abramo prepara una degna accoglienza per i tre misteriosi viandanti che gli prediranno una numerosa discendenza. Dai libri sacri ai testi omerici, troviamo Penelope e Argo, simboli di cura e fedeltà per approdare ad Heidegger, che ammira l’istinto della cura come un tratto distintivo dell’umano. Giulia conclude citando la canzone clou della cura, dal titolo omonimo, scritta da Battiato alla morte dell’amico Gesualdo Bufalino e descritta come una rivelazione. Avremo modo di recuperarla in un prossimo incontro dedicato a musica e parole.
Anna Maria Campello, ambasciatrice di Genova nel mondo, interpreta alcune poesie da lei scritte, commuovendo e divertendo. Il nostro selezionatissimo pubblico ha l’occasione di porre domande alla poetessa che risponde anche attraverso poesie spiritose che parlano di inutili tacchi a spillo. Una per tutte: “Grazie è una parola / che non deve essere muta / conforta e consola / anche chi ci ha aiutato; / quindi è doveroso / dirlo a chi è garbato / o è stato generoso”.
Alejandro Angélica e Tali Gon evocano la magia del tango in due giornate veramente calienti. Prima di esibirsi, i due artisti coinvolgono i presenti in una prima lezione che permetta un’adeguata sintonizzazione col partner. Il giorno successivo evocano la storia del tango attraverso le loro coinvolgenti esibizioni.
Mario Dentone, scrittore e saggista, emoziona fino alle lacrime con un percorso di canzoni e poesie: Vedrai vedrai, dove Tenco rassicura la madre in ansia per il “mestiere di cantautore” scelto dal figlio, abbinata a Ungaretti (La madre); Quella carezza della sera, che ricalca il tema “proustiano” della buonanotte per il bambino che non prende sono fino a quella carezza materna; Gli uomini non cambiano, l’amore verso il padre amato e odiato, declinato da Sbarbaro in Padre, se anche tu…; Via del Campo, canzone della metafora della puttana come consolazione alla solitudine e alla debolezza dell’uomo, trova riscontro con Pavese in Verrà la morte e avrà i tuoi occhi; sulla vecchiaia come malattia da curare con la compagnia, abbiamo ascoltato I vecchi di Claudio Baglioni e la poesia di Montale Ho sceso dandoti il braccio…; con Pregherò siamo entrati nel buio interiore che vede la luce in fondo al tunnel, in sintonia con Caproni, nella poesia Ad Olga Franzoni; ha concluso l’incontro La cura di Battiato, che non ha bisogno di commenti.
Alessandro Ghisalberti, già ordinario di storia della filosofia medievale in Cattolica si è concentrato sulla cura dei beni materiali da parte dei primi monasteri. I monaci devono rispondere a molte domande, quali ad esempio: come stabilire il rapporto tra ciò che è strettamente il necessario e quale sia il suo limite; quale sia la giusta ricompensa che spetta all’operaio e infine, come sia possibile declinare la carità, cioè l’amore stesso di Dio, affinché non sia pura elemosina. Carlo Magno segna un punto fondamentale per la storia del monachesimo, facendo adottare nel Sacro Romano Impero la regola di san Benedetto, che prevede che l’abate sia responsabile in toto.
Dopo l’anno Mille abbiamo una rinascita del fenomeno monastico e alcuni sentono l’urgenza di ritornare alla regola nella forma originale. Il professore si sofferma sui cistercensi e in particolare sulla Carta di carità, un decreto che aiutasse a mantenere l’unità dell’ordine e a gestire evangelicamente i legami tra l’Abbazia madre e le affiliate. La Carta ricorda anche a noi oggi di non costruire la propria abbondanza ricavandola dall’impoverimento degli altri.
Ileana Mattion parte dal video di Simona Atzori, la ballerina classica e pittrice senza braccia dalla nascita, per chiederci quali siano i percorsi dell’arte, dove finisce e incomincia la diversità.
Anche L. v. Beethoven, affetto da sordità e altri malanni, avrebbe potuto isolarsi dalla società, ma la musica e la creatività divennero lo scopo della sua vita, come possiamo ancora sentire nella Sinfonia n. 5. Restando nella musica, Ileana ci presenta David Helfgott, protagonista di Shine, che recupera l’equilibrio grazie all’amore della sua Gyllian.
Passando alla pittura, abbiamo visto F. Goya, V. Van Gogh e E. Munch ascoltando un Notturno di Chopin che portava via, nell’aria, tutte le loro fragilità per lasciare intatto il loro valore.
Eccoci alfine alle Arti Terapie: musicoterapia, danzaterapia, teatroterapia e cinematografia, che rispettano tutte la frase di Patch Adams: Quando ti prendi cura di una persona, vinci sempre.